La nostra scelta più importante è il modo in cui decidiamo di vivere la nostra vita. La felicità è amore, nient’altro.

Katia Botta

martedì 8 novembre 2016

Conosciamo il prossimo quando iniziamo a comprendere la complessità di noi stessi.



Oltre ai beni materiali, si può avere anche una vita familiare felice, andare in chiesa ma, se non si sa chi si è, in profondità, se non si sa il perché del proprio esistere, tutto diventa insufficiente, privo di senso. Insensato.  Dunque, al di là del soffrire, dell’amare, ciò che conta è sapere chi si è. Il senso della nostra esistenza è qui: conoscere se stessi.
(Valerio Albisetti psicologo, psicoterapeuta)



Conoscere noi stessi equivale ad amarci di piu’
Se non conosciamo noi stessi non possiamo comprenderci, comprendere gli altri e nemmeno cambiare. Quando conosciamo noi stessi la nostra visione si espande, sbocciano i nostri talenti, accresce l’autostima, prendiamo contatto con i nostri valori e tutto il nostro essere, si sviluppa l’intuizione, cambia la percezione della vita e allora la direzione che dobbiamo prendere nella nostra vita si fa più chiara, iniziamo a vedere la strada che ci conduce sul nostro vero cammino e alla conoscenza della nostra vocazione. 
Definizioni e titoli definiscono noi stessi?
A questo proposito mi viene in mente una frase di Oscar Wilde: “La maggior parte della gente è altra gente. Le loro idee sono opinioni altrui, la loro vita un'imitazione, le loro passioni una citazione”.
Definizioni e titoli non definiscono noi stessi, ma “altra gente” di noi stessi. Allora: Sappiamo chi siamo veramente? Siamo veramente chi crediamo di essere? Dal malessere interiore e dall’ insoddisfazione che ci circonda, forse no. Molte persone hanno perso il loro “centro”, hanno perso il contatto con il proprio Spirito e attribuiscono all’esterno o agli eventi la causa dei loro problemi e frustrazioni.
Contattare il proprio centro, il luogo dello spirito
Raggiungiamo la comprensione di noi stessi nel silenzio, quando ci immergiamo in quel luogo profondo che è il nostro mondo interiore, è lì che incontriamo noi stessi e scopriamo chi siamo veramente, qual è la nostra vocazione e il nostro compito sulla terra. Entrare in contatto noi stessi e la nostra vocazione ci completa, ci rende più consapevoli delle emozioni, dei nostri pensieri e potenzialità, rende manifesta la nostra liberta’ di espressione e ci conduce alla realizzazione e alla felicita’. 
La preghiera meditativa ci guida a guardarci dentro
La preghiera meditativa è una preghiera silenziosa durante la quale si fa silenzio dentro ed intorno a sé, per permettere a Dio di parlare al nostro cuore, passando dalla preghiera di richiesta: “ascoltami, Signore” a quella più interiore: “parla, Signore, il tuo servo di ascolta”. Nella preghiera silenziosa ritroviamo una calma sacra dove nulla può turbarci, viene udita dallo Spirito e lo Spirito ci parla.

Attraverso la preghiera meditativa ci svuotiamo per riempirci dell’amore di Dio, e Dio è capace di cambiamenti.

L’Orazione mentale teresiana
S. Teresa d’Avila  nella sua autobiografia al Capitolo 8 (Vita 8,5),  ci insegna che la preghiera è uno strumento di amicizia, forse il più alto, il più misterioso, il più sublime.
“La mia vita diventa preghiera e la mia preghiera diventa vita quotidiana”
"Chi ha cominciato a fare orazione non la lasci; e chi non l’ha cominciata, io lo scongiuro per amor di Dio a non privarsi di tanto bene; se persevera io spero nella misericordia di quel Dio che nessuno ha mai preso invano come amico; giacché l’orazione mentale non è altro – per conto mio – che un trattare con amicizia, intrattenendosi molte volte da soli con Chi sappiamo che ci ama”
S. Teresa d’Avila - Vita 8,5


Anche il dr. Edward Bach, padre della floriterapia, consigliava il silenzio e l’ascolto interiore:
“Dobbiamo solo isolarci per qualche minuto ogni giorno in un luogo che sia il più tranquillo possibile, e qui, senza essere disturbati, stando seduti o sdraiati, fare il vuoto nella nostra mente e pensare con calma al compito della nostra vita. Ci accorgeremo ben presto di ricevere un grande aiuto in momenti simili, come se ci venissero date delle indicazioni e delle conoscenze illuminanti per il nostro cammino”.

Ritornare al proprio centro genera equilibrio
Quando sei nel presente senza pensare, per la prima volta sei spirituale. Una nuova dimensione si schiude, e quella dimensione è la consapevolezza. (Osho)

Conoscere se stessi genera equilibrio tra il Se’ percepito e il Se’ ideale, produce uno stato di benessere e forma un individuo con autostima stabile, qualora invece il se il Sé percepito non riesce a raggiungere il livello del Sé ideale si genera bassa autostima, frustrazione, rabbia repressa, giudizio, continua ricerca che approda sempre in insoddisfazione.
Per semplificare, in psicologia questo è il concetto  di Sé percepito e Sé ideale.
Il Sé percepito equivale al concetto di sé, alla conoscenza delle nostre abilità, caratteristiche e qualità che sono presenti o assenti, ai nostri punti di forza; mentre il Sé ideale è l’immagine della persona che ci piacerebbe essere.
C’è da sottolineare che il concetto di sé si sviluppa durante l’infanzia all’interno della famiglia ed è più duraturo, più radicato e comporta più difficoltà nel modificarlo, mentre l’acquisizione dell’autostima è strettamente correlata alla formazione del sé ma viene percepita in chiave evolutiva.

La teoria dell’attaccamento di J. Bolwby offre un contributo riguardo il concetto di sé, infatti sostiene che:
 “… durante l’interazione con la madre il bambino sviluppa credenze stabili su di essa come presente accessibile e raggiungibile in ogni istante, e su se stesso come degno d’amore o meno. J. Bolwby (1973) ha perciò descritto il modello di sé che emerge dalla relazione di attaccamento come caratterizzato dal senso di essere degno d’amore,  componente tipica dell’autostima. Bolwby ha spiegato una sostanziale differenza; quando abbiamo una madre buona, presente ed affidabile, pronta rispondere alle esigenze del bambino, avremo di conseguenza un bambino con un sé sviluppato positivamente, percependo se stesso come una persona degna d’amore. Mentre invece con una madre inaffidabile, che non riesce a soddisfare i bisogni del bambino, ci troveremo di fronte ad un bambino con un immagine di sé instabile e/o negativa.
L’autostima deriva da un bilancio fra sé reale e sé ideale; i risultati che i bambini ottengono e l’approvazione che ricevono dagli adulti sono il trampolino di lancio per i processi emozionali associati all’autostima (1983). avremo un buon livello di autostima con genitori che accettano totalmente il figlio facendolo sentire apprezzato e considerato, e che pongono limitazioni ben definite al comportamento (regole chiare e ben definite), esigendone il rispetto ma lasciando anche ampi margini di libertà. Al contrario invece con un livello di autostima insufficiente avremo genitori eccessivamente coercitivi o permissivi, che si rapportano ai figli in modo brusco o distante; questo comportamento provoca la sensazione di non essere apprezzati”.
Daniel J. Siegel nel libro “La Mente relazionale” (1999), illustra le interazioni tra connessioni neurali e interpersonali nella prima infanzia; descrive in che modo forme di attaccamento non ottimali possano dare origine a problemi di memoria, di autoregolazione e di regolazione delle emozioni; fornisce spiegazioni convincenti su come le relazioni con gli altri alimentino i processi di integrazione e lo sviluppo della mente nel corso della nostra intera esistenza.
Secondo Siegel il sistema di attaccamento, come ad esempio un attaccamento di tipo insicuro, può influire in vari processi allo sviluppo della base della nostra mente, al contrario come mostrano le ricerche di Michael Rutter (1987;1997), relazioni di attaccamento sicuro nei primi anni di vita sembrano favorire lo  sviluppo di forme di regolazione emotiva.  

“Il senso della nostra esistenza è qui: conoscere se stessi”.

Grazie per aver dedicato il tuo tempo a questa lettura.
Buona Vita! Katia Botta
Se ti è piaciuto questo articolo puoi condividerlo, ti chiedo solo di non modificarlo in nessuna parte, indicando il link attivo al sito. GRAZIE!
 Think Green. Cura l'ambiente, non stampare se non è necessario.


Immagini dal web -Teoria dell’attaccamento di Bolwby  igorvitale.org


Nessun commento:

Posta un commento